giovedì 22 novembre 2007

Heimat

* La lingua tedesca, precisa e affascinante, ci regala parole ricche di sfumature, intraducibili nella nostra lingua.
Una delle più belle è Heimat.
La traduzione più riduttiva è quella di patria: scrivere che l'Italia è la mia Heimat sarebbe una bugia.
Molte, troppe volte non mi sento italiana.
Ma sono nata qui, o meglio, sono nata in un paese minuscolo, rannicchiato in una valle trentina. Oggi non ne sento la mancanza; se non fosse per gli affetti non ci tornerei mai. A volte, quando sono là, mi sembra di essere un'estranea con abitudini molto differenti da quelle delle persone che vi ho lasciato.
Rimarrà sempre la mia prima "casa": l'Heimat, il luogo delle mie radici.
Lì c'è il dialetto della mia infanzia, il profumo dell'aria che promette neve, il silenzio che ti stritola il cuore. Lì ho imparato a ridere, a innamorarmi, ad incazzarmi, a vivere.

Edgar Reitz, che di Heimat se ne intende, ha detto che siamo nati due volte:una volta dalle nostre madri, una volta per nostra libera scelta.
Quella scelta io l'ho fatta cinque anni fa, trasferendomi a Bologna.
Città dalle mille anime, misteriosa e inafferrabile, a Bologna io e il mio Mister Gino stiamo costruendo una nuova Heim, un nuovo nido, nostro ed esclusivo.
Come tutte le seconde Heimat è però un luogo provvisorio: la curiosità di nuove avventure rende incerto il mio legame con questa città.
Ora è la nostra casa:sono entusiasta della bellezza, dei colori, dei sapori, del carattere, a volte brusco,di Bologna.
Nello stesso tempo intuisco che fra me e lei non c'è una sintonia assoluta; la mia anima l'ammira, molto, ma non vuole amarla totalmente.

Si', perché possiamo costruirci e cambiare centinaia di Heimat, ma la nostra anima ha un posto esclusivo con il quale l'intesa è perfetta. E tu questa perfezione la percepisci. Quando pensi che in quel luogo la vita è bella di per , quando ci torni volentieri con il pensiero per riprendere fiato,quando lingua e tradizioni molto diverse dalle tue, ti mettono così a tuo agio da farti pensare alla parola casa. E ne sei felice ed emozionato. In quell'istante hai avuto la fortuna di scoprire il significato più bello e completo di Heimat: il luogo dell'anima.

Io e la mia anima siamo state fortunate: abbiamo trovato la nostra Heimat a Monaco.

* Wassily Kandinsky,Houses in Munich, 1908

5 commenti:

Grissino ha detto...

Spero che la mia Hemat sia qui a Vienna.
:-P
Se posso darti un sugerimento, non aspettare troppo. Prima te ne vai e meglio é, se la decisione di trasferirsi é certa al 100%. Ovviamente lavoro permettendo.

La penso esattamente come te salvo che Milano proprio non mi piaceva (posso dire che MI FACEVA SCHIFO?!)

Anonimo ha detto...

Ho trovato le tue riflessioni profonde e scritte con tono delicatamente poetico. Io sinceramente non so se la mia Heimat l'ho gia` trovata, ma ora se individuero` mai quella sensazione sapro` che nome dargli.
Grazie.

Gina ha detto...

Grissino:Io le valigie le ho sempre pronte.
Come tu ben sai il motto "volere è potere" si scontra molte volte con gli obblighi della vita reale.
Per fortuna a Bologna sto bene e sì, Milano non è per niente bella.
L'ultima volta che ci sono stata l'ho trovata...desolante.

Kja:Grazie alle ricette del tuo blog,la mia cucina si è riempita di spezie e ingredienti profumatissimi. Le tue foto poi valgono da sole la mia visita quotidiana :))!
Sono io che ti ringrazio credimi!

Anonimo ha detto...

Condivido in pieno il tuo pensiero. Mannheim è la città che sento mia, anche se purtroppo, forse, non lo sarà per sempre.
È un piacere trovarti nel mondo blog! :)

Gina ha detto...

Ciao Eulinix!
Anche se la dovessi lasciare, Mannheim resterà per sempre tua.
In bocca al lupo per tutto. ;-)