mercoledì 28 novembre 2007

Peggio di così....



Edvard Munch, The Murderer, 1910

A leggere certe notizie mi viene voglia di chiedere asilo politico alle isole Faroe.

martedì 27 novembre 2007

Laptop, elfi domestici e Dr.House.

Sabato mattina il mio Acer ha deciso di non funzionare più: se ne è andato cosi', senza preavviso, senza alcun sintomo di malessere.
Puff, improvvisamente lo schermo si è fatto nero. Solo il CD di ripristino poteva darmi qualche speranza.
Sono entrata nel panico.
Mr.Gino, agitando il ditino come Il Grillo Parlante di Pinocchio, ripeteva: "Due anni fa sono sicuro di averlo fatto. Sarà sicuramente qui, tra le tue carabattole! ".
Mentre tentavo di ricordare dove diavolo avessi messo il dischetto, il Grillo mi incalzava con il suo motto più fastidioso: "Deve esserci per forza. Se la man non prende, la casa rende!".
E' una frase che mi fa uscire dai gangheri.
A me succede il contrario; ogni volta che cerco disperatamente qualcosa, il mio appartamento si rifiuta di collaborare. Sono sicura: gli elfi domestici - ogni casa ne ha uno - si divertono a sparigliare gli oggetti, li nascondono e mettono in bell'evidenza solo cianfrusaglie utili quanto gli Introvabili dell'Euronova!
Nella mia ricerca "matta e disperatissima" ho ritrovato infatti: un CD con le hit del '99 (Ladies and Gentlemen, this is Mambo Nr 5), un altro su come imparare l'inglese in 10 lezioni, foto di vecchi fidanzati, biglietti del metrò di Monaco del 2002 e ricevute di bollette pagate, finite misteriosamente nella guida di Dublino.
Di tutto, tranne il maledetto cd di ripristino.

Mi sono sentita smarrita.

Milioni di italiani non riescono a fare a meno del cellulare; quando si rompe hanno delle vere crisi d'astinenza: le dita fuori controllo digitano sms nel vuoto, sudorazioni fantozziane alla vista dell'ultima pubblicità di Vodafone "Life is Now".
Senza cellulare starei degli anni, non mi piace, lo uso pochissimo. Senza il mio portatile ho resistito tre giorni: vedendo il mio stato di progressiva apatia, Mr Gino si è impietosito e mi ha procurato un pc.
Vi scrivo dunque da una postazione di fortuna; il mio nuovo amico non è certo "Achille piè veloce": annaspa durante la connessione, borbotta quando le immagini sono troppo pesanti ma poteva andar peggio.
Per il mio fedele Acer la prognosi è riservata; siamo riusciti a recuperare, grazie ai colleghi informatici di Mr Gino, un CD di ripristino.Purtroppo gli esiti non sono stati positivi.
L'unica possibilità è quella del trapianto. Reinstallando ex novo tutto il sistema, il mio laptop dovrebbe rinascere.

Ci vorrebbe Dr. House...

giovedì 22 novembre 2007

Cosa ci giocavamo? La pelle.

Mr. Gino, il mio compagno, sta guardando per la trilionesima volta "Per qualche dollaro in più".
Il silenzio in casa è d'obbligo: sia mai che non riesca a capire la trama.

Heimat

* La lingua tedesca, precisa e affascinante, ci regala parole ricche di sfumature, intraducibili nella nostra lingua.
Una delle più belle è Heimat.
La traduzione più riduttiva è quella di patria: scrivere che l'Italia è la mia Heimat sarebbe una bugia.
Molte, troppe volte non mi sento italiana.
Ma sono nata qui, o meglio, sono nata in un paese minuscolo, rannicchiato in una valle trentina. Oggi non ne sento la mancanza; se non fosse per gli affetti non ci tornerei mai. A volte, quando sono là, mi sembra di essere un'estranea con abitudini molto differenti da quelle delle persone che vi ho lasciato.
Rimarrà sempre la mia prima "casa": l'Heimat, il luogo delle mie radici.
Lì c'è il dialetto della mia infanzia, il profumo dell'aria che promette neve, il silenzio che ti stritola il cuore. Lì ho imparato a ridere, a innamorarmi, ad incazzarmi, a vivere.

Edgar Reitz, che di Heimat se ne intende, ha detto che siamo nati due volte:una volta dalle nostre madri, una volta per nostra libera scelta.
Quella scelta io l'ho fatta cinque anni fa, trasferendomi a Bologna.
Città dalle mille anime, misteriosa e inafferrabile, a Bologna io e il mio Mister Gino stiamo costruendo una nuova Heim, un nuovo nido, nostro ed esclusivo.
Come tutte le seconde Heimat è però un luogo provvisorio: la curiosità di nuove avventure rende incerto il mio legame con questa città.
Ora è la nostra casa:sono entusiasta della bellezza, dei colori, dei sapori, del carattere, a volte brusco,di Bologna.
Nello stesso tempo intuisco che fra me e lei non c'è una sintonia assoluta; la mia anima l'ammira, molto, ma non vuole amarla totalmente.

Si', perché possiamo costruirci e cambiare centinaia di Heimat, ma la nostra anima ha un posto esclusivo con il quale l'intesa è perfetta. E tu questa perfezione la percepisci. Quando pensi che in quel luogo la vita è bella di per , quando ci torni volentieri con il pensiero per riprendere fiato,quando lingua e tradizioni molto diverse dalle tue, ti mettono così a tuo agio da farti pensare alla parola casa. E ne sei felice ed emozionato. In quell'istante hai avuto la fortuna di scoprire il significato più bello e completo di Heimat: il luogo dell'anima.

Io e la mia anima siamo state fortunate: abbiamo trovato la nostra Heimat a Monaco.

* Wassily Kandinsky,Houses in Munich, 1908

mercoledì 21 novembre 2007

Zecchino: che nostalgia!

Vent'anni fa.
Una bimba del tutto simile ad Heidi sognava di scalare le Alpi, entrare all'Antoniano,farsi dirigere da Mariele Ventre, dare un calcione al Mago Zurlì e incontrare Topo Gigio.

martedì 13 novembre 2007

Ma sono io!




Your Pilgrim Name Is



Damaris Cooke


Me tapina

(Sachrang,Oberbayern, 13.11.07)

In Baviera fa freddo e c'è la neve.

A Bologna le zanzare non si decidono ad andare in vacanza.

Confido nel fronte di aria fredda.

Gossip e mitologia

L'algida Lavinia Borromeo ama la letteratura classica. Ne sono certa.

Immagino la scena:


In un attico di Torino, lei, elegantissima anche con un pigiamone rosa confetto, prende un libro dal comodino.
Si sa, leggere due o tre pagine prima di dormire concilia il
sonno.
Pallida ed altera inizia a sfogliare le pagine dell'Iliade.
Cosa pensavate miei cari lettori? Una contessa non può certo farsi sorprendere con l'autobiografia di Valerio Merola "Diavolo di un angelo" (grazie Google).
Ad un tratto, i suoi occhi incrociano i versi del XVI canto:
"...certuni raccontano che tutti gli Dei e tutte le creature viventi nacquero dal fiume OCEANO che scorre attorno al mondo..." (Omero,Iliade,XIV).
In quel preciso istante, l'illuminazione: suo figlio, già nipote di Lapo e fratello di Leone, si sarebbe chiamato come uno dei sei Titani.

Non trovo altra spiegazione per la scelta di un nome cosi' bizzarro.
Da un punto di vista letterario/mitologico, Oceano è un nome meraviglioso, ricco di suggestioni:rappresenta la personificazione dell'acqua che circonda il mondo, la sorgente di tutte le acque.
L'acqua, secondo Talete, è l'origine del tutto,principio e natura di tutte le cose. Oceano significa dunque vita.
Se l'intenzione dei genitori era questa, ricaccio in gola tutte le risate che mi sono fatta sentendo la notizia.

Certo, al pargolo poteva andar peggio: tra i Titani si annovera un Giapeto.














lunedì 12 novembre 2007

Nuntereggae più

Preti,santi,suore,Papi,frati,
nuntereggae più

commissari,marescialli,poliziotti,ispettori,carabinieri,
brigadieri,finanzieri
nuntereggae più
criminali,mafiosi,pentiti,terroristi
nuntereggae più
avvocati,giudici,magistrati
nuntereggae più
re,regine,principesse,conti,contesse
nuntereggae più
commesse,parrucchieri,tassisti,pompieri
nuntereggae più
allenatori,calciatori,ciclisti
nuntereggae più
gente di mare,gente di Capri,
nuntereggae più
medici in famiglia, medici legali,ginecologi,pediatri,psicologi
nuntereggae più
professoresse,maestrine e maestri
nuntereggae più
uomini,donne,delinquenti e prostitute
nuntereggae più
madri,padri, figli, famiglie e orfani.

Nuntereggae più.


Penso sia chiaro: le fiction italiane non mi piacciono.
La sceneggiatura è troppe volte inesistente, i dialoghi noiosi, gli attori improvvisati
.

Ieri sera un'eccezione:
Claudio Santamaria.

Non di soli riccioli neri e occhioni verdi (ahimè dotati di un'unica espressione) vive il cinema italiano
.


domenica 11 novembre 2007

Blogger for dummies.

Mestamente ho capito che il linguaggio Html non si impara in una notte.
Mi accontento di quello che offre Blogger.
Forse, il signor Chen mi sarà d'aiuto.

sabato 10 novembre 2007

Un altro.

Sono incostante.
La vita di questo blog
è appesa ad un filo.
Edward Hopper:
"Mattinata in Carolina".